Futuroplastico
Movimento artistico-culturale e laboratorio di ricerca estetica, fondato a Salerno da Lello Cicalese e Giuseppe De Marco nel giugno del 2000, Futuroplastico riflette le più avanzate posizioni dell’estetica interdisciplinare, sperimenta tecnologie innovative ed elabora linguaggi alternativi. Lello Cicalese, nel manifesto del movimento, afferma:"Futuroplastico utilizza gli strumenti della comunicazione estetica per alimentare il dubbio, la curiosità e la conoscenza, privilegiando i punti di vista insoliti ed inattesi che stimolano la percezione e la partecipazione emotiva. Ad un mondo orientato all’omologazione ed all’appiattimento culturale, alla iper-specializzazione ed all’intolleranza, all’esaltazione della logica binaria e del decisionismo, Futuroplastico contrappone una realtà possibile dove le diverse culture hanno pari dignità, dove la contaminazione e la fusione, l’inclusivismo e la complessità, il pensiero elastico e la partecipazione, favoriscono la nascita e lo sviluppo di una creatività diffusa”.
Ed effettivamente, l’idea, il concetto, l’intuizione e la comunicazione interattiva, rappresentano i fondamenti di questo progetto estetico, che vede nell’uomo e nelle sue relazioni psico-fisiche con l’ambiente che lo circonda, gli elementi generatori del processo creativo.
Lello Cicalese
Architetto e artista poliedrico, Lello Cicalese (Salerno, 1954), nel 1997 ha avviato una sua originale ricerca estetica sulla percezione della forma e del colore nell’immaginario erotico, realizzando il progetto “Mutazioni”. Generate da clonazioni e variazioni cromatiche, le “Mutazioni” digitali esaltano la percezione gestaltica del colore e rappresentano il punto di transizione di un percorso che partendo dalla percezione “tattile” e visiva dei primi bassorilievi in mdf si proietta nel campo dell’animazione digitale e del video multimediale. Nelle “Mutazioni” digitali di Lello Cicalese, l'impulso erotico è la chiave di lettura che ci introduce in un microcosmo a scacchiera malizioso ed ironico ad un tempo le cui immagini mimetizzate sono trappole per lo sguardo. Vediamo gruppi di elementi decorativi, elaborati al computer e materializzati su tela, che seguono le leggi di clonazione e variazione sul tema, basate su costruzioni geometriche, simmetrie dinamiche, gusto per la sintesi. Il sesso femminile si nasconde e si rivela attraverso immagini naturali e decorative, come fiori, farfalle, intrecci arabeschi. Le “Mutazioni” di Lello Cicalese intendono abbracciare le pulsioni interiori del soggetto, quel desiderio di trasformismo e di spersonalizzazione che abbiamo tutti e sondano la profondità dei cambiamenti che nel corso del tempo avvengono dentro di noi. E parlando di questo artista e delle sue opere, non si può prescindere dall’affascinante relazione tra arte visiva e psicologia, poiché questo tipo di approccio ci consente di individuare ed analizzare le strutture costanti nella varietà di contenuti dei suoi processi di pensiero, cosi’ come esse si manifestano nell’uso esatto del colore, senza dover assumere un atteggiamento riduzionista. In effetti, la sua ricerca evidenzia che l’interazione tra oggetto e sperimentatore ha un peso determinante. Lo sperimentatore comunica su molti piani tramite l’oggetto artistico prodotto, inducendo ansia oppure rilascio emotivo nel riguardante, influenzando in ogni caso il suo comportamento di risposta e Lello Cicalese tende ad esaltare il valore della passione, senza cadere nel banale né nel ripetitivo. Egli è convinto che la passione distrugga la monotonia della vita quotidiana, arricchisca l’esistenza, esalti l’anima, le ispiri grandi progetti. Ed è proprio la fase del progettare (peculiare alla sua attività di architetto) che gli permette di conferire a tutti i suoi lavori e a tutte le sue ricerche un percorso ed un ordine razionale, organico e coerente. “Gli uomini che le passioni possono commuovere di più sono atti a gustare maggiormente la dolcezza di questa vita” scriveva Descartes alla fine del suo “Trattato delle passioni”. E lo sforzo che l’artista fa è proprio quello di immettere nella sua vita, come in quella di chi si sofferma su una sua produzione, quell’elain vital di bergsoniana memoria, che lega ognuno alla propria terra, alle proprie origini ed esperienze.
Lello Cicalese si affaccia sulla scena dell’arte contemporanea partecipando, con la proiezione dei video multimediali Mutazioni 01 e Mutazioni 02 (1997-1998), a vari convegni di estetica dei media dove incontra artisti internazionali con i quali condivide la passione per i nuovi media e per le possibilità che questi offrono di veicolare il proprio messaggio in tempo reale in ogni angolo del mondo. Come logica conseguenza, nel 1998 Lello Cicalese realizza il suo sito internet e nel 1999 entra a far parte, con un opera digitale, realizzata operando su un fotogramma del video Mutazioni 03, del progetto “Netillustra-artisti nei luoghi digitali”, al sito www.netillustra.net, che ospita artisti provenienti da tutta Europa. Nel maggio 2000, verificata l’efficacia di Internet come nuovo territorio di interscambio culturale, l’artista rafforza la sua presenza su netillustra.net con le opere digitali: Il grido, Mad in Japan, Gatte 01, Gatte 02, e la gif animata Atlantide; la sua personale on line, dal 22 al 31 maggio, registra migliaia di contatti da tutto il mondo e Lello Cicalese comincia ad essere conosciuto per la sua ricerca fondata sulla sperimentazione di nuovi linguaggi e sull’esplorazione delle molteplici possibilità espressive dell’arte digitale.
Ma ciò che più affascina in questo artista è la sua capacità di fusione ed elaborazione dei linguaggi, il gusto per la contaminazione e la trasformazione, l’originalità di un percorso creativo in grado di generare opere sempre più complesse in una sorta di stratificazione creativa dove ad ogni passaggio l’opera si arricchisce di nuovi significati e nuovi livelli di lettura. Ogni opera esprime un suo significato, una sua valenza estetica, ma, al tempo stesso, diviene punto di partenza per un’opera successiva, che ne mette in luce una diversa potenzialità espressiva, attraverso l’utilizzo di strumenti o tecnologie diverse. E questo modus operandi è evidente già nel progetto “Mutazioni” dove l’artista affronta il tema del bassorilievo modellando secondo schemi geometrici riconducibili ai mandala tibetani, un materiale insolito, il mediodenso, un impasto monocromatico di collanti e fibre di legno, del quale ha intuito le possibilità espressive. Il risultato è sorprendente: il materiale assume un tono caldo, sabbioso, vellutato e le sue forme plastiche e accattivanti rappresentano un invito esplicito all’esplorazione visiva e “tattile”, coinvolgendo il riguardante in un gioco sottile e complesso di percezioni emotive come nel caso de “La valigia dei desideri”, l’installazione composta da otto bassorilievi presentata alla mostra “Mutazioni”. Questo processo creativo, oltre a produrre pezzi unici e irripetibili (i bassorilievi), ha prodotto anche, nella fase preliminare di studio, una serie di schemi geometrico-compositivi che, una volta digitalizzati, consentono all’artista di avviare la sua ricerca sulla percezione gestaltica del colore che è alla base dei successivi sviluppi del progetto “Mutazioni” e che si concretizzerà in sliders, video digitali e materializzazioni su tela.